Sento fuori gli alberi scossi dal
vento, è buio da ormai due ore. In cucina fa freddo come quasi
sempre, in casa c'è silenzio, dormono tutti, bimbi e grandi. Dondolo
e Giorgiana sono nella loro stalla al riparo, in attesa di domani e
di altre bucce d'arancia, fieno, carezze. Le parole sono rimaste
bloccate da mesi e mesi, non c'è più stata quella serietà,
concentrazione, costanza e dedizione che aveva permesso a questo blog
di nascere, seguirci e raccontarci nel nostro viaggio. La cosa ci fa
dispiacere, ma non riusciamo a modificarla come vorremmo, il che è
un peccato. Come lo è il fatto che la nostra ricerca sui resistenti
alla modernità si sia arenata senza più essere salvata da nessuno.
Fa dolore quando la osserviamo lì, senza vita, piena in potenza di
interessanti stimoli, ma immobile. E invece di ridarle vita la
guardiamo stare. Ci servono amore e disciplina. Sappiamo di poter ritrovare lo slancio, speriamo avverrà presto.
Oggi era martedì
grasso, era previsto insieme con Laura e Rosario e i loro tanti
helpxers di costruire e poi bruciare i fantocci come vuole la
tradizione, ma non lo abbiamo fatto. Porterà male? Non sono cose
rinviabili, Natale è il 25, non il giorno dopo. Peccato. Ci sarebbe
piaciuto rinnovare questa festa pagana, abbiamo forte bisogno di dar
fuoco ai pensieri e alle paure profonde per andare avanti più forti
e leggeri. Troveremo altri riti.
Sono trascorsi i tre mesi pattuiti con
Simona e Danilo a Thar do ling. Sembra ieri, durante le pause di
pulizia del grano a Piccapane, nel caldo di ottobre, parlavo per la
prima volta al telefono con Simona, ci presentavamo senza mai esserci
viste e incontrate prima, prendevamo informazioni e accordi. La
presenza qui di Anthea e Ethan, i due bimbi che Simona e Danilo hanno
in affidamento dalla scorsa estate, è stata determinante per la
nostra scelta. E non ci siamo sbagliati. Dopo solo venti minuti dal
nostro arrivo Maelia era già a giocare con loro e a correre in tutta
la casa, tutti e tre eccitati dal nuovo incontro. E da allora, tre
mesi fa, questa amicizia è maturata e si approfondita molto. É
stato meraviglioso vedere i bambini cercarsi sempre, volere uno la
presenza dell'altro, sentire il loro legame stringersi. Sarà un gran
dolore separarli, tra un paio di settimane. Piangeranno, e
piangeremo. A volte dover andare pesa, ma ci ricordiamo di essere in
viaggio. Certo è che conoscersi è stato arricchente per ognuno di
loro. I più belli qui sono loro, i piccoli. Hanno decorato l'albero
di natale, ballato e ballato a suon di musica, letto storie, fatto
camminate nel bosco verso e oltre il fiume, raccolto le olive,
preparato la pizza e lo sfincione, munto le mucche di Marceca. Hanno
imparato a non avere più timore degli asini, tanto grandi e tanto
buoni, ad arrampicarsi sui tortuosi ulivi, a fare mazzi di fiori e di
erbe, a raccogliere il finocchietto selvatico per le sarmale a
capodanno, trascorso insieme il veglione intorno al fuoco a cui hanno
e abbiamo affidato i nostri progetti per il nuovo anno, hanno
condiviso le levatacce nelle mattine buie e fredde dell'inverno per
andare a prendere il pulmino giallo zeppo di bimbi più grandi e non
sempre simpatici. Hanno vissuto la quotidianità in modo genuino. C'è
chi inizia ad imparare ad essere più generoso e chi invece spinto
dall'imitazione assaggia qualche cibo nuovo in più, c'è un costante
imitarsi nel parlare e nei desideri, nei giochi e nei gusti.
E noi grandi? Il mondo di Simona e
Danilo lo abbiamo un poco esplorato, abbiamo conosciuto parti
importanti delle loro famiglie, abbiamo incontrato e condiviso bei
momenti con gli amici più stretti. Mai ci eravamo sentiti accolti
come qui, inseriti nella vita quotidiana. Simona dopo poche settimane
dal nostra arrivo mi disse con un sorriso “Faremo tutto insieme in
questi mesi, farete parte della famiglia.” Ha avuto ragione.
Wwoofing per tre mesi qui, due famiglie
di quattro e tre persone che vivono insieme, che convivono, come
hanno detto Simona e Danilo. Ci si vede dalle sei e mezza del mattino
alle otto e mezza della sera. Mai facile, ma spesso piacevole,
stimolante, istruttivo.
A noi mancano i lavori in campagna.
Dopo le prime settimane dedicate alla raccolta delle olive, che sono
state per noi un ottimo inizio, conviviale, sereno, il nostro
contatto con la terra e le piante si è ridotto enormemente. Le
energie sono state investite per dare forma ad un pezzo del muretto a
secco sul lato nord ovest della casa, un lavoro bello, ma lunghissimo
e faticoso, ripetitivo soprattutto per chi come noi ha più il
compito di apportare il materiale da utilizzare per la creazione
piuttosto che il tetris stesso del costruire il muretto a secco. Le
montagne di detriti che da anni opprimevano il giardino davanti casa
sono diminuite, tanti rovi sono stati tolti, e tante carriolate di
pietre e sabbia anche. Resta ancora molto da fare, ci saranno altre
braccia e altri cuori a proseguire dopo di noi questo compito.
Nella pancia la nostra bimba scalcia,
mai stanca, nascerà vicino all'Etna e non in questi monti come
avevamo sperato. Alcuni ulivi grandi e frondosi ci erano sembrati
accoglienti per sostenerci durante il travaglio, il salone colmo di
luce libera di entrare dalle grandi finestre in cui si è dentro
casa, ma sembra di esser fuori nel bosco, ci aveva chiamato, ci
eravamo visti li dare alla luce la piccola. Ma è di nuovo tempo di
andare. Ci rivedremo.
Non so perché nessuno commenti. Non so quanti lettori abbiate. Io l'ho riscoperto stanotte questo blog, non lo ricordavo così bello. Scusa sorella se sono così.
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