Saturday 13 February 2016

Vento, pietre e calci

 

Sento fuori gli alberi scossi dal vento, è buio da ormai due ore. In cucina fa freddo come quasi sempre, in casa c'è silenzio, dormono tutti, bimbi e grandi. Dondolo e Giorgiana sono nella loro stalla al riparo, in attesa di domani e di altre bucce d'arancia, fieno, carezze. Le parole sono rimaste bloccate da mesi e mesi, non c'è più stata quella serietà, concentrazione, costanza e dedizione che aveva permesso a questo blog di nascere, seguirci e raccontarci nel nostro viaggio. La cosa ci fa dispiacere, ma non riusciamo a modificarla come vorremmo, il che è un peccato. Come lo è il fatto che la nostra ricerca sui resistenti alla modernità si sia arenata senza più essere salvata da nessuno. Fa dolore quando la osserviamo lì, senza vita, piena in potenza di interessanti stimoli, ma immobile. E invece di ridarle vita la guardiamo stare. Ci servono amore e disciplina. Sappiamo di poter ritrovare lo slancio, speriamo avverrà presto.
Oggi era martedì grasso, era previsto insieme con Laura e Rosario e i loro tanti helpxers di costruire e poi bruciare i fantocci come vuole la tradizione, ma non lo abbiamo fatto. Porterà male? Non sono cose rinviabili, Natale è il 25, non il giorno dopo. Peccato. Ci sarebbe piaciuto rinnovare questa festa pagana, abbiamo forte bisogno di dar fuoco ai pensieri e alle paure profonde per andare avanti più forti e leggeri. Troveremo altri riti.
 
Sono trascorsi i tre mesi pattuiti con Simona e Danilo a Thar do ling. Sembra ieri, durante le pause di pulizia del grano a Piccapane, nel caldo di ottobre, parlavo per la prima volta al telefono con Simona, ci presentavamo senza mai esserci viste e incontrate prima, prendevamo informazioni e accordi. La presenza qui di Anthea e Ethan, i due bimbi che Simona e Danilo hanno in affidamento dalla scorsa estate, è stata determinante per la nostra scelta. E non ci siamo sbagliati. Dopo solo venti minuti dal nostro arrivo Maelia era già a giocare con loro e a correre in tutta la casa, tutti e tre eccitati dal nuovo incontro. E da allora, tre mesi fa, questa amicizia è maturata e si approfondita molto. É stato meraviglioso vedere i bambini cercarsi sempre, volere uno la presenza dell'altro, sentire il loro legame stringersi. Sarà un gran dolore separarli, tra un paio di settimane. Piangeranno, e piangeremo. A volte dover andare pesa, ma ci ricordiamo di essere in viaggio. Certo è che conoscersi è stato arricchente per ognuno di loro. I più belli qui sono loro, i piccoli. Hanno decorato l'albero di natale, ballato e ballato a suon di musica, letto storie, fatto camminate nel bosco verso e oltre il fiume, raccolto le olive, preparato la pizza e lo sfincione, munto le mucche di Marceca. Hanno imparato a non avere più timore degli asini, tanto grandi e tanto buoni, ad arrampicarsi sui tortuosi ulivi, a fare mazzi di fiori e di erbe, a raccogliere il finocchietto selvatico per le sarmale a capodanno, trascorso insieme il veglione intorno al fuoco a cui hanno e abbiamo affidato i nostri progetti per il nuovo anno, hanno condiviso le levatacce nelle mattine buie e fredde dell'inverno per andare a prendere il pulmino giallo zeppo di bimbi più grandi e non sempre simpatici. Hanno vissuto la quotidianità in modo genuino. C'è chi inizia ad imparare ad essere più generoso e chi invece spinto dall'imitazione assaggia qualche cibo nuovo in più, c'è un costante imitarsi nel parlare e nei desideri, nei giochi e nei gusti.

E noi grandi? Il mondo di Simona e Danilo lo abbiamo un poco esplorato, abbiamo conosciuto parti importanti delle loro famiglie, abbiamo incontrato e condiviso bei momenti con gli amici più stretti. Mai ci eravamo sentiti accolti come qui, inseriti nella vita quotidiana. Simona dopo poche settimane dal nostra arrivo mi disse con un sorriso “Faremo tutto insieme in questi mesi, farete parte della famiglia.” Ha avuto ragione.
Wwoofing per tre mesi qui, due famiglie di quattro e tre persone che vivono insieme, che convivono, come hanno detto Simona e Danilo. Ci si vede dalle sei e mezza del mattino alle otto e mezza della sera. Mai facile, ma spesso piacevole, stimolante, istruttivo.


A noi mancano i lavori in campagna. Dopo le prime settimane dedicate alla raccolta delle olive, che sono state per noi un ottimo inizio, conviviale, sereno, il nostro contatto con la terra e le piante si è ridotto enormemente. Le energie sono state investite per dare forma ad un pezzo del muretto a secco sul lato nord ovest della casa, un lavoro bello, ma lunghissimo e faticoso, ripetitivo soprattutto per chi come noi ha più il compito di apportare il materiale da utilizzare per la creazione piuttosto che il tetris stesso del costruire il muretto a secco. Le montagne di detriti che da anni opprimevano il giardino davanti casa sono diminuite, tanti rovi sono stati tolti, e tante carriolate di pietre e sabbia anche. Resta ancora molto da fare, ci saranno altre braccia e altri cuori a proseguire dopo di noi questo compito.
Nella pancia la nostra bimba scalcia, mai stanca, nascerà vicino all'Etna e non in questi monti come avevamo sperato. Alcuni ulivi grandi e frondosi ci erano sembrati accoglienti per sostenerci durante il travaglio, il salone colmo di luce libera di entrare dalle grandi finestre in cui si è dentro casa, ma sembra di esser fuori nel bosco, ci aveva chiamato, ci eravamo visti li dare alla luce la piccola. Ma è di nuovo tempo di andare. Ci rivedremo.